Nell’ultimo periodo, ogni giorno esce qualche notizia che, a mio parere, provoca un certo terrorismo psicologico. Mi spiego meglio: dopo un 2017 strepitoso per quanto riguarda il turismo, dal 2018 ad oggi i dati evidenziano un continuo calo di turisti nelle isole Canarie.
Questo a causa:
-della riapertura di destinazioni tornate ad essere ritenute sicure, come Egitto e Tunisia,
-della chiusura delle basi Ryanair di Gran Canaria, Tenerife e Lanzarote a partire dall’8 gennaio 2020,con la conseguente soppressione di innumerevoli voli,
-dell’aumento dei prezzi dei biglietti aerei in generale (almeno per quel che riguarda i collegamenti con l’Italia).
Io, vivendoci, posso portare la mia impressione su ciò che sta accadendo in Gran Canaria.
Qui il turismo è di massa, arrivano i turisti che hanno comprato il pacchetto all inclusive e che, se escono dall’albergo, spendono il minimo possibile. Anche i souvenir spesso vanno a comprarli dai cinesi, o comunque non spendono (perché non vogliono o non possono) per acquistare un prodotto veramente artigianale e/o di qualità. Quindi non portano ricchezza a chi vive e lavora qui. Gli unici a beneficiarne sono i grandi gruppi alberghieri.
A quanto pare anche questo tipo di turismo è in calo, con la conseguente possibile perdita di posti di lavoro per chi lavora negli hotel o eroga servizi a queste strutture.
Però ogni “crisi” porta con sé un’opportunità di cambiamento. Potrebbe essere l’opportunità per attrarre un altro tipo di turismo, più consapevole e più “curioso” di scoprire il territorio. Tocca ai giocatori in campo (a livello politico, territoriale, turistico) mettere in atto la strategia adeguata a tal fine.
Torniamo un attimo al boom del 2017 e alle conseguenze che ha provocato.
In primis l’aumento dei prezzi degli immobili e indirettamente anche degli affitti a lungo termine. Nel senso che l’offerta degli affitti a lungo termine è diminuita, perché molti proprietari hanno visto la possibilità di guadagnare di più affittando le loro case ai turisti.
Questo andamento ha richiamato molti investitori stranieri, soprattutto italiani, che hanno comprato, ristrutturato e inserito nel mercato immobiliare turistico le proprie abitazioni.
Ora che la situazione sta cambiando, alcuni hanno venduto o stanno vendendo, altri preferiscono destinare le proprie proprietà ad affitti a lungo termine. Di conseguenza, seppur di poco, i prezzi di questi ultimi stanno scendendo, anche se credo non torneranno mai ai prezzi di 3-4 anni fa.
Purtroppo non solo i prezzi delle case è aumentato, ma, soprattutto nell’ultimo biennio, è aumentato il costo della vita in generale, con una conseguente diminuzione del potere d’acquisto delle persone che qui vivono e lavorano.
Perché ho voluto esporvi questa situazione? Semplicemente per dirvi che l’investimento immobiliare non è l’unico possibile. Molti italiani che ho conosciuto qui prendono in considerazione solo il settore immobiliare o della ristorazione. Ma, dato il regime fiscale speciale (REF) presente nell’arcipelago, sono molti altri i settori nei quali investire. Qualche esempio? Non perdete il prossimo articolo per scoprirlo.